© 2024 PROLOCO ALBEROBELLO
C.F. 91051840725 - P.IVA 05563040723
PEC prolocoalberobello@pec.it
Cookies Policy | Privacy Policy
Web master | Filippo Gigante
I trulli di Alberobello
LA STRUTTURA DEL TRULLO
L’intera struttura del trullo è edificata con pietra calcarea locale, presente nei terreni o facilmente estraibile da cave poste a limitata profondità.
La spessa muratura portante, non particolarmente alta, nei sistemi costruttivi più arretrati è formata da pietre non squadrate, poste in maniera grossolana e senza alcun legante. Nelle costruzioni più recenti le pietre adoperate sono, al contrario, squadrate, regolari e ben disposte. Su questa muratura è impostata la copertura “a trullo”, composta da concentrici anelli di pietra, collocati in leggero aggetto verso l’interno. Su ciascuno di essi poggia quello sovrastante, di diametro minore. Se la pianta del trullo è circolare, il primo anello corrisponderà al perimetro murario. Le soluzioni adottate diventano più complesse quando il cono della copertura poggia su un basamento quadrato o rettangolare. Nelle strutture meno evolute tecnicamente, i filari più bassi del cono hanno forma quadrata, ma presentano spigoli progressivamente più arrotondati fino ad assumere, nei filari più alti, un andamento circolare. Altra soluzione è predisporre sui quattro spigoli del quadrato altrettante pietre tronco-piramidali, sporgenti verso l’interno, o quattro lastroni piatti. Così, i filari della copertura, poggiandosi su di essi, possono direttamente assumere forma circolare. Internamente la volta si presenta liscia e priva di sporgenze. Sia la muratura di sostegno che il cono interno sono imbiancati con latte di calce.
L’unica parte che resta esposta alle intemperie e a causa di queste assume, data la tipologia della pietra, un colore grigio, è la copertura esterna. Questa è costituita da lastre calcaree, dette chiancarelle, chiancole o chianche, di forma allungata e spessore variabile, disposte senza l’uso d’alcun legante. Esse sono poste in filari sovrapposti con pendenza verso l’esterno, per agevolare lo scorrimento delle acque piovane, e sono collocate in modo che la posizione delle superiori non corrisponda a quella delle sottostanti. L’acqua piovana, che scorre lungo grondaie di pietra poste alla base dei tetti, nelle strutture più elaborate e meno arcaiche è generalmente canalizzata verso una cisterna sotterranea.
Il vertice del trullo presenta un pinnacolo che blocca gli ultimi filari, formati da lastre di dimensioni minori.
Ogni dimora è dotata di un unico accesso sulla strada, che assume modalità strutturali e caratteristiche diverse secondo l’arcaicità dell’abitazione. Gli ingressi dei trulli più antichi sono caratterizzati da un semplice architrave di pietra o di legno, da uno pseudo-architrave bilitico o da un architrave in pietra e un arco di scarico. Essi, quando interessano la linea di gronda del cono, modificano la copertura in modo da formare due falde di tetto. Questa soluzione si è progressivamente perfezionata e l’arco di scarico è stato sostituito da una sorta di frontone, i cui pendenti sono formati dalle testate delle chiancole.
Gli spazi adiacenti agli ingressi, a volte divenuti veri e propri vestiboli con arco a tutto sesto, presentano spesso delle panche in pietra o muratura che le donne della casa utilizzavano per svolgere piccoli lavori domestici.
Le finestre si presentano di dimensioni ridotte e sono poco numerose. Hanno forma quadrata e generalmente sono collocate sotto la linea di gronda.
Altro elemento caratterizzante l’architettura-tipo del trullo sono i comignoli, dalle svariate forme. La più arcaica è quella di un parallelepipedo quadrato sormontato da una larga e sottile lastra di pietra.
IL TRULLO - GLI AMBIENTI
L’abitante del trullo era artefice dell’organizzazione degli ambienti e modificava la struttura in base alle proprie esigenze. Se i membri della famiglia aumentavano si edificava un altro vano, annettendolo alla costruzione più antica. La struttura del trullo, infatti, risulta essere sempre “modulare”, cioè consente l’annessione di nuovi locali al nucleo iniziale. Quando ciò non era possibile, l’alternativa era abbattere l’intera abitazione, divenuta piccola e non più funzionale, per edificarne una più grande.
Generalmente, gli ambienti utilizzati come stalle, depositi e ovili, erano separati dal nucleo abitativo, pur mantenendo la medesima tipologia costruttiva.
L’abitazione vera e propria, pavimentata con basole di pietra calcarea, presenta un ambiente centrale con porta d’ingresso. Sovente, data l’esiguità dello spazio, il volume della copertura conica era utilizzato grazie alla costruzione di un soppalco di legno, al quale si accedeva tramite una scala mobile. Esso serviva o come deposito per attrezzi agricoli e derrate alimentari o come camera da letto per i bambini. Nel sottostante ambiente si innestavano due spazi con funzioni definite: le alcove e i focarili. Le prime, di numero variabile in base ai componenti della famiglia, sono grandi nicchie destinate al riposo notturno, prive di finestre e di porte. Queste, alle quali si accede tramite un arco, presentano spesso una volta a botte. Esternamente l’alcova presenta una copertura parzialmente inglobata nel corpo del trullo maggiore e caratterizzata da sagome rotonde prive di cuspidi. I focarili, vani di dimensioni variabili, ormai una vera rarità, sono una sorta di stanza-camino destinata alla produzione di calore e alla cottura dei cibi. Quasi sempre da questo ambiente si accedeva, tramite una piccola porta, all'orto.
LA COPERTURA - I PINNACOLI
La sommità della copertura conica del trullo termina con filari di chiancarelle di dimensioni minori. Esse sono bloccate dal pinnacolo, elemento composto nella maggior parte dei casi da quattro elementi. La prima parte è costituita dagli ultimi filari sigillati con malta e generalmente imbiancati con calce; la seconda, in pietra, è detta cannarile e ha forma cilindrica o a tronco di cono; la terza, sempre in pietra, è detta carrozzola o scodella, secondo la forma; la quarta e ultima parte, la cocla, spesso costituita da una sfera di pietra, può assumere svariate forme.
Per alcuni studiosi i pinnacoli sono una sorta di “marchio”, posto dai differenti maestri trullari (costruttori) per contraddistinguere il proprio lavoro, o un semplice elemento decorativo prescelto dai proprietari della casa. Per altri, la loro origine è da ricondurre a una primitiva simbologia magica. Non a caso, le forme che li caratterizzano (il disco, la sfera, il cono, la piramide a base quadrata o triangolare) nell’antichità erano connesse al culto solare, praticato dai popoli agricoli primitivi e documentato in Puglia fino al primo secolo a.C. Nei trulli più antichi, il corto cilindro e il disco disposto orizzontalmente sono sormontati da una piramide appena abbozzata, con base triangolare o quadrata. A volte la cocla diviene una croce o una stella, a volte ripete alcuni dei simboli dipinti a calce. Talora è costituita da una sfera sormontata da una croce, emblema della cristianità. Per questi elementi, infatti, così come si è verificato per i simboli dipinti, l’originario valore magico sarebbe stato sostituito, progressivamente, da un’interpretazione religiosa.
Nelle costruzioni più recenti, la modificazione del gusto estetico e la migliorata capacità tecnica hanno permesso che le forme tradizionali fossero sostituite da sculture antropomorfe o decorative.
Testi a cura di Tommaso A. Galiani